<p>Il diritto della crisi e dell'insolvenza</p>
Diritto ed Economia dell'ImpresaISSN 2499-3158
G. Giappichelli Editore

15/11/2018 - Illegittimo il licenziamento del dipendente che aveva rivolto in una chat riservata pesanti offese nei confronti dell’amministratore delegato

argomento: News del mese - Diritto del Lavoro

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Con l’ordinanza 10 settembre 2018 n. 21965, la Corte di Cassazione ha ritenuto che l’esigenza di tutela della segretezza nelle comunicazioni si impone anche con riferimento ai messaggi di posta elettronica scambiati tramite mailing list riservata agli aderenti ad un determinato gruppo di persone, ai newsgroup o alle chat private, con accesso condizionato al possesso di una password fornita a soggetti determinati, come la chat di un gruppo di Facebook. Detti messaggi devono, infatti, essere considerati alla stregua della corrispondenza privata, chiusa ed inviolabile perché inoltrati non ad una moltitudine indistinta di persone ma unicamente agli iscritti ad un determinato gruppo. Poiché tale caratteristica è logicamente incompatibile con i requisiti propri della condotta diffamatoria, che invece richiede la destinazione delle comunicazioni alla divulgazione nell’ambiente sociale, la Suprema Corte ha escluso la legittimità del licenziamento intimato ad un lavoratore che, nella chat sindacale su Facebook, aveva rivolto pesanti offese all’amministratore delegato dell’azienda.