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Con la sentenza 3 luglio 2018, n. 29871 (ud. 1° dicembre 2017), la Terza Sezione della Corte di Cassazione, pronunciandosi in ordine alla legittimità del sequestro disposto nei confronti del concorrente, collaboratore dell’indagata ispiratrice del meccanismo fraudolento attuativo del cd. accollo fiscale e integrante il reato di indebita compensazione, ha statuito che «in tema di reati tributari, il sequestro preventivo per equivalente, in vista della confisca prevista dall’art. 12-bis, d. lgs. n. 74 del 2000, può essere disposto, entro i limiti quantitativi del profitto, indifferentemente nei confronti di uno o più degli autori della condotta criminosa, non essendo esso ricollegato all’arricchimento personale di ciascuno dei correi bensì alla corresponsabilità di tutti nella commissione dell’illecito».