argomento: News del mese - Diritto delle Procedure Concorsuali
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La Corte di Cassazione, con Sentenza del 12 ottobre 2018, n. 9843, depositata il 6 marzo 2019, ha confermato la condanna in secondo grado, per il reato di bancarotta fraudolenta impropria per operazioni dolose, dell’amministratore che, in rappresentanza della società dichiarata poi fallita, aveva prestato, senza il riconoscimento di alcuna significativa contropartita, fideiussioni per ingenti importi in favore di istituti di credito a garanzia dei debiti di un’altra società – di cui l’imputato era ugualmente amministratore – cagionando in tal modo il fallimento della prima. Tale condotta, argomenta la Suprema Corte, è da ritenersi ictu oculi lesiva degli interessi della società, dei soci e dei creditori, nonché in contrasto con i principi di buona e corretta amministrazione, stante anche la condizione di buona salute economica di cui la società garante godeva, condizione minata dalla concessione di fideiussioni per importi esorbitanti rispetto alla capienza del patrimonio sociale, ossia da un immediato e sproporzionato sacrificio finanziario della stessa società garante a fronte di vantaggi del tutto aleatori o, comunque, con ragionevoli probabilità di insuccesso.