Diritto ed Economia dell'ImpresaISSN 2499-3158
G. Giappichelli Editore

16/10/2019 - Azione revocatoria ordinaria: il debitore deve provare che il suo patrimonio può soddisfare le ragioni del creditore

argomento: News del mese - Diritto Civile e Commerciale

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La Corte di Cassazione, con Sentenza del 25 settembre 2019, n. 23907, ha affrontato il tema relativo alla sussistenza dell’elemento oggettivo dell’azione revocatoria. Nello specifico, l’azione revocatoria ordinaria, disciplinata dall’art. 2901 c.c., rappresenta un mezzo di conservazione della garanzia patrimoniale, avendo come scopo quello di far dichiarare l’inefficacia di atti dispositivi patrimoniali con i quali il debitore ha arrecato pregiudizio alle ragioni del proprio creditore. Si individuano, in particolare, tre elementi essenziali dell’azione: la presenza di un atto dispositivo con il quale il debitore modifica la propria situazione patrimoniale, il pregiudizio per il creditore derivante dal fatto che il patrimonio del debitore diventa incapiente o si riduce significativamente (cd. eventus damni), infine, la conoscenza del pregiudizio che l’atto arreca alle ragioni dei creditori (cd. consilium fraudis). Con riferimento all’elemento oggettivo dell’azione, ossia l’eventus damni, rappresentato dalla lesione effettiva dell’interesse del creditore alla conservazione della garanzia patrimoniale, la Suprema Corte ha ribadito che l’onere di dimostrare le modificazioni quantitative o qualitative della garanzia patrimoniale grava sul creditore, mentre il debitore è, in ogni caso, tenuto a provare che il suo patrimonio residuo è in grado di soddisfare le ragioni del creditore.