argomento: News del mese - Diritto Tributario
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Con la sentenza n.42522/19, pubblicata il 16 ottobre 2019, la Cassazione ha assolto un imprenditore di una società in crisi perché non pagava l’IVA. O meglio perché non era chiara la volontà dello stesso di sottrarsi al pagamento dell’imposta. Il legale rappresentante della società evita la pena di nove mesi di reclusione inflitta in primo grado per il reato di omesso versamento dell’IVA oltre soglia. L’imposta sul valore aggiunto non risulta versata per due annualità, l’una per oltre 980 mila euro e l’altra per quasi 729 mila. I soci e l’amministrato metto in atto tutta una serie di azioni al fine di superare la crisi che ha colpito l’azienda investendo i proventi della vendita dei beni personali nell’azienda al fine di conservare la continuità aziendale. Ad integrare il reato di omesso versamento Iva basta il dolo generico: risulta quindi sufficiente che l’imprenditore manchi di effettuare il pagamento dell’imposta che è consapevole di dover eseguire, a meno che non vi siano cause di giustificazione. Nel ricorso in oggetto il pm non si sofferma con la necessaria specificità contro la decisione della Corte d’appello laddove ritiene non esigibile la condotta omessa: l’accusa non prende in considerazione l’impegno profuso dai soci di controllo né i dubbi espressi sulla sussistenza dell’elemento psicologico del reato.