<p>Il diritto della crisi e dell'insolvenza</p>
Diritto ed Economia dell'ImpresaISSN 2499-3158
G. Giappichelli Editore

28/02/2020 - La cessazione della qualifica di rifiuto.

argomento: News del mese - Diritto Penale

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La Terza Sezione Penale della Corte di Cassazione, con sentenza del 26 febbraio 2020 (ud. 14 novembre 2019) n. 7589, nell’ambito di un procedimento per stoccaggio e trasporto illecito di rifiuti, dopo aver ricordato che ai sensi dell’art. 183 del d.lgs. 152/06 costituisce rifiuto qualsiasi oggetto di cui il detentore si sia disfatto ovvero abbia l’intenzione o l’obbligo di disfarsi, hanno ricordato come la circostanza che determinati beni abbiano valore commerciale ovvero siano suscettibili di riparazione non si contraddice con la qualifica di rifiuto essendo indubbio che anche il rifiuto sia una merce e come tale possa essere oggetto di transazioni commerciali. In particolare la Suprema Corte ha specificato che «affinché il bene o la sostanza perda la suddetta qualifica è necessario che la stessa sia stata preventivamente sottoposta ad un’operazione di recupero, incluso il riciclaggio e la preparazione per il riutilizzo, che, sebbene le stesse possano consistere anche in operazioni di cernita e di selezione di beni, fin tanto che non si sono esaurite non comportano né la cessazione della attribuzione della qualifica di rifiuto ai beni in questione né, tantomeno, la estraneità di essi alla disciplina in materia di rifiuti».