argomento: News del mese - Diritto Amministrativo
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Il Tar Lazio, Roma, sez. II, nella pronuncia del 10 marzo 2020, n. 3100 ha affermato che il diniego di accesso agli atti amministrativi può essere legittimamente opposto in ragione della genericità dell’istanza, sia sotto il profilo dei documenti richiesti che sotto quello del labile interesse all’ostensione ed ha precisato che l’indeterminatezza della istanza di accesso finirebbe per tradursi nell’esercizio di un sostanziale controllo generalizzato sull’attività amministrativa. Nel caso specifico si trattava dell’istanza di accesso alle domande per il rilascio di autorizzazioni presentate a seguito di un avviso pubblico, ai relativi allegati, ai provvedimenti adottati sulle domande, compresa la corrispondenza relativa all’istruttoria espletata, e alle autorizzazioni amministrative ove rilasciate. L’Amministrazione capitolina, dopo aver precisato che nessuna autorizzazione era stata rilasciata, ha messo in evidenza come non fosse possibile comprendere quale interesse potesse configurarsi in capo alle parti ricorrenti all’ostensione delle domande eventualmente presentate, dal momento che non vi era stata l’adozione di alcun titolo abilitativo a svolgere l’attività indicata nel bando. Il Tar ha anche rilevato che la genericità della domanda obbliga l’Amministrazione a ricercare tutte le istanze eventualmente prodotte in relazione alla procedura in un determinato arco temporale, senza che le stesse siano sfociate in provvedimenti idonei ad incidere sulla sfera giuridica delle parti ricorrenti che, pertanto, sembrerebbero avere un interesse meramente esplorativo per conoscere i nominativi dei richiedenti e per esercitare un sostanziale controllo generalizzato sull’attività amministrativa.