Diritto ed Economia dell'ImpresaISSN 2499-3158
G. Giappichelli Editore

30/06/2020 - L’indebita compensazione contributiva può trasformarsi in reato.

argomento: News del mese - Diritto Tributario

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Con la Sentenza n. 18311 del 16 giugno 2020, la seconda Sezione penale della Corte di Cassazione è intervenuta sul reato d’indebita compensazione dei contributi dovuti dal datore di lavoro all’INPS con le somme corrisposte al lavoratore a titolo di indennità per malattia, assegni famigliari e cassa integrazione guadagni. Per gli Ermellini il reato oggetto della sentenza si configura come indebita percezione di erogazioni ai danni dello Stato previsto dall’articolo 316-ter del codice penale anziché come indebita compensazione ex articolo 10-quater del d.lgs. 74 del 2000. Ciò perché nella fattispecie di indebito conseguimento di un’erogazione da parte dello Stato rientrano sia le attività di contribuzione ascrivibili agli enti come l’Inps, che si concretizzano nell’elargizione di una somma di denaro, sia la concessione dell’esenzione dal pagamento di una somma agli stessi dovuta.