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La Corte di Cassazione, con Sentenza del 26 febbraio 2020 n. 15241, depositata il 15 maggio 2020, ha precisato – relativamente al reato di frode fiscale – che l’indicazione in bilancio, nella voce “debiti verso dipendenti”, di somme riportate nelle buste paga, ma che non siano state effettivamente corrisposte, non integra la fattispecie di comportamento fraudolento. In particolare, la Suprema Corte, ha sottolineato che il reato ex art. 2 D.Lgs. 74/2000 punisce esclusivamente le difformità esistenti tra l’espressione contabile e la realtà commerciale confluite all’interno della dichiarazione fiscale; pertanto, risultano essere penalmente irrilevanti le irregolarità contabili non recepite all’interno della dichiarazione fiscale.