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Il d.lgs. 75/2020, in vigore dal 30 luglio 2020 e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 15 luglio 2020, estende nuovamente il catalogo dei reati presupposto per la responsabilità dell’ente. Sono infatti stati inseriti i reati tributari nel novero dei reati presupposto per la responsabilità degli enti ex art. 231/2001 (peraltro già contemplati nella Direttiva “PIF” a tutela degli interessi finanziari dell’Unione Europea) ed è stato altresì ampliato il novero dei reati in danno alla Pubblica Amministrazione nonché la responsabilità degli enti per i reati di contrabbando. Nello specifico, per quanto riguarda i reati contro la Pubblica Amministrazione, l’art. 25 del d.lgs. 231/2001 viene arricchito dai delitti di peculato e abuso d’ufficio, relativamente ai quali viene prevista una sanzione pecuniaria fino a duecento quote. Tali delitti devono ovviamente essere commessi nell’interesse o a vantaggio della persona giuridica da parte di un soggetto apicale o sottoposto appartenente all’ente medesimo, secondo i principi generali della responsabilità previsti dal d.lgs. 231/2001. Per quanto concerne i reati tributari, l’elenco si arricchisce delle fattispecie di infedele dichiarazione, omessa dichiarazione e indebita compensazione purché siano commessi «nell’ambito di sistemi fraudolenti transfrontalieri e al fine di evadere l’imposta sul valore aggiunto per un importo complessivo non inferiore a dieci milioni di euro».