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Diritto Tributario
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L’utilizzo nella dichiarazione dei redditi di fatture “autoprodotte” configura il reato previsto dall’articolo 2 del D.lgs. n. 74 del 2000 e non quello previsto dal successivo art. 3. La conferma emerge dalla Sentenza n. 6360 della Terza Sezione Penale della Corte di Cassazione depositata l’11 febbraio 2019. La Suprema Corte, dopo aver analizzato il quadro normativo di riferimento alla luce delle modifiche introdotte con il D.lgs. n. 158 del 2015, ha affermato che il profilo distintivo tra le fattispecie di cui agli articoli 2 e 3 del D.lgs. n. 74/2000 è rimasto ”quello non dell’operazione compiuta, ma del modo in cui è documentata, rilevando dunque la natura dello strumento usato per commettere la dichiarazione fraudolenta, dovendosi cioè circoscrivere l’ambito applicativo dell’art. 2 alle ipotesi in cui la frode fiscale venga effettuata mediante l’utilizzo di una fattura o altro documento avente “rilievo probatorio analogo in base alle norme tributarie”, essendo indifferente in tal senso che la falsificazione sia di tipo ideologico o materiale”.