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La Corte di Cassazione, con Sentenza depositata il 29 luglio 2020, n. 23026, è intervenuta in materia di false compensazioni di crediti d’imposta. La Suprema Corte ha affermato che laddove emerga il contributo (doloso) fornito dall’intermediario all’imprenditore per la compensazione di un credito inesistente, la corresponsabilità nel reato consente l’applicazione del sequestro preventivo a confisca per equivalente indifferentemente nei confronti di uno solo degli autori per intero o di tutti i concorrenti pro quota, non essendo richiesto in capo al soggetto attinto dalla misura cautelare reale il conseguimento di un profitto personale o la disponibilità dei proventi illeciti.