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La Corte di Cassazione, con Ordinanza del 24 novembre 2020, n. 26650, è intervenuta in ordine alla determinazione del risultato d’esercizio e, in particolare, sull’imputazione dei costi emersi tra la data di chiusura del bilancio e la presentazione della dichiarazione dei redditi della società. La Suprema Corte ha evidenziato che non può essere rimessa alla volontà del contribuente la scelta dell’esercizio in cui imputare il componente di reddito, positivo o negativo che sia. Nel caso di specie, una S.p.A. imputava il costo di provvigioni dovute nell’anno in cui queste venivano pagate a seguito di sentenza ma l’esito della stessa era già conosciuto l’anno precedente. Pertanto, nel rispetto dei principi contabili Nazionali (OIC 29) tale costo, anche se rilevato dopo la chiusura dell’esercizio, doveva essere tenuto presente nella predisposizione del bilancio e nel calcolo del reddito imponibile della società relativo all’anno precedente al pagamento delle stesse.