argomento: News del mese - Diritto delle Procedure Concorsuali
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La Corte di Cassazione, con Sentenza del 10 settembre 2020, depositata in data 9 dicembre 2020, n. 34979, è intervenuta in tema di bancarotta fraudolenta per distrazione e dissipazione. In particolare, la Suprema Corte ha ribadito che, ai fini della configurazione del reato in parola, non è necessario un nesso causale tra la condotta distrattiva e il successivo fallimento, essendo sufficiente – quale presupposto oggettivo – che sia stato realizzato un depauperamento del patrimonio dell’impresa, attraverso impieghi estranei all’oggetto sociale. Pertanto, intervenuto il fallimento, i fatti di distrazione rileveranno penalmente anche se posti in essere in un momento in cui la società non si trovava in condizione di insolvenza. Inoltre, la Suprema Corte ha rimarcato la differenza tra il reato fraudolento di dissipazione e quello di bancarotta semplice per consumazione del patrimonio in operazioni aleatorie o imprudenti: il primo si caratterizza, dal punto di vista oggettivo, dalla presenza di operazioni che risultano ictu oculi inconciliabili e incoerenti rispetto al raggiungimento dell’oggetto sociale, mentre, dal punto di vista soggettivo, dalla consapevolezza in capo all’agente di diminuire il patrimonio sociale per scopi estranei all’oggetto sociale.