argomento: News del mese - Diritto Tributario
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La Corte di Cassazione, con Sentenza del 15 gennaio 2021, n. 1724, ha affermato che l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti non può essere giustificato dalla mera esigenza di portare il bilancio in pareggio, essendo sufficiente, per integrare il reato di cui all’art. 2 del D.Lgs. n.74/2000, il dolo eventuale, ovvero l’accettazione del rischio che la presentazione della dichiarazione, con documenti per operazioni inesistenti, possa comportare l’evasione delle imposte. La Suprema Corte ha definito “in bianco” la norma del citato art. 2, non contenendo alcuna indicazione dei documenti non altrimenti specificati che insieme alle fatture attestino operazioni inesistenti. Documenti che egualmente integrano la fattispecie penale tutte le volte in cui alla realizzazione dell’operazione si accompagna l’emissione e l’uso di fatture o documenti analoghi quali, come nel caso esaminato nella sentenza de qua, la nota di credito, alla luce del particolare valore probatorio di rilevanza fiscale che, questi ultimi, al pari delle fatture, ricoprono.