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La Corte di Cassazione, con Ordinanza del 3 marzo 2021, n. 5763, ha statuito che sono indeducibili i compensi degli amministratori corrisposti in misura superiore a quanto stabilito dall’assemblea e anche se esposti in bilancio. La Suprema Corte, infatti, in tema di reddito d’impresa, ha affermato che per la determinazione della misura del compenso degli amministratori di società di capitali, ai sensi dell’art. 2389, comma 1 c.c., qualora non sia stabilita nello statuto, è necessaria una esplicita delibera assembleare, che non può considerarsi implicita in quella di approvazione del bilancio, attesa: la natura imperativa e inderogabile della previsione normativa, discendente dall’essere la disciplina del funzionamento delle società dettata, anche, nell’interesse pubblico al regolare svolgimento dell’attività economica, oltre che dalla previsione come diritto della percezione di compensi non previamente deliberati dall’assemblea.