Diritto ed Economia dell'ImpresaISSN 2499-3158
G. Giappichelli Editore

20/06/2021 - Sul ruolo e sul significato degli “indici sintomatici” del c.d. “caporalato”.

argomento: News del mese - Diritto Penale

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Con sentenza n. 10188 del 17 marzo 2021 (ud. 18 febbraio 2020), la Quarta Sezione Penale della Suprema Corte, pronunciandosi sui cc.dd.indici sintomaticiper la ravvisabilità del “caporalato “(art. 603-bis c.p.), ha osservato che «mette conto osservare che gli indici di sfruttamento, come chiaramente affermato nella relazione ministeriale di accompagnamento alla legge, non fanno parte del fatto tipico; possono, invero, costituire delle linee guida che, secondo le intenzioni del legislatore, orientano l’interprete nell’individuazione di condotte distorsive del mercato del lavoro, elemento centrale del reato contestato. La tipologia degli indici individuati dal legislatore - ovvero la remunerazione, il tempo di lavoro, le condizioni di salute e di sicurezza sul lavoro, i metodi di sorveglianza e le situazioni alloggiative - è la stessa che già la giurisprudenza aveva enucleato rispetto alla fattispecie di cui all’art. 600 c.p. […] per l’ermeneusi della fattispecie in parola, lo sfruttamento, sostanzialmente, si caratterizza per la violazione “reiterata” della normativa giuslavoristica posta a presidio dei diritti fondamentali del lavoratore. Prima ancora dell’offesa diretta alla libertà di autodeterminazione e alla dignità della persona, è rilevabile una lesione della sua libertà contrattuale, che si manifesta nella violazione di norme extrapenali poste a tutela della sua dignità, appunto, di lavoratore. Occorre, a tal fine, valorizzare tutti gli elementi di contesto, delineati dal legislatore proprio attraverso gli indici di sfruttamento. Anche l’indagine empirica colloca il fenomeno dello sfruttamento lavorativo in un contesto criminoso, caratterizzato da ripetute e diversificate lesioni della dignità e della libertà del lavoratore».