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La Corte di cassazione con la sentenza n. 32595/21 ha chiarito che anche nel caso di fatture false può scattare il concorso di colpa del titolare dell’impresa individuale con l’amministratore di fatto, a patto che l’imprenditore sia conoscenza dell’utilizzo della ditta per l’attività illecita. Con la sentenza in oggetto gli Ermellini hanno rigettato il ricorso di tre indagati, annullando l’ordinanza soltanto in relazione alla circostanza aggravante del metodo mafioso nei confronti di un altro ricorrente. Nel caso di specie si evidenzia che uno dei tre indagati, che erano stati condannati per l’associazione a delinquere finalizzata a reati di natura fiscale, il riciclaggio e l’autoriciclaggio, ha contestato la conferma della misura cautelare sulla base di presunti gravi indizi. I giudici del Palazzaccio con la sentenza in oggetto hanno affermato che anche in tema di emissione di fatture per operazioni inesistenti «il titolare dell’impresa individuale utilizzata per tali operazioni risponde in concorso con l’amministratore di fatto ove sussistano elementi concreti per ritenerlo consapevole dell’utilizzo di quella ditta per le attività illecite».