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La Corte di Cassazione con la sentenza n. 9983 del 23 marzo 2022 ha confermato la condanna del legale rappresentante di una S.r.l. in relazione al reato di cui all’art. 5 D.lgs. n. 74 del 2000. La Corte nella sentenza di cui si tratta ha ribadito un principio già espresso in giurisprudenza (Cass. N. 53980/2018), affermando che ai fini della configurabilità dei reati in materia di IVA, la determinazione della base imponile per il calcolo dell’imposta evasa e l’eventuale superamento delle soglie penali deve avvenire solo sulla base dei costi effettivamente documentati dalle fatture passive rivenute nel corso del controllo fiscale, non sussistendo l’obbligo per l’Ufficio di ricercare i documenti presso le società emittenti.