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La Corte di Cassazione, con Sentenza del 16 maggio 2018, n. 50489, depositata l’11 novembre 2018, si è espressa in tema di bancarotta impropria ex art. 223 l.f. Nello specifico, la Suprema Corte ha stabilito, stante il rinvio operato dall’art. 223 l.f. all’art. 216 l.f., che deve essere applicato al reato in parola il trattamento sanzionatorio previsto per i reati di bancarotta fraudolenta, comprensivo delle circostanze aggravanti di cui all’art. 219 l.f. Nel caso di specie, il reato di false comunicazioni sociali, protrattosi nel tempo, aveva permesso la continuazione dell’attività d’impresa, aveva determinato il dissesto e consentito di ottenere l’ammissione alla procedura di concordato preventivo. La punibilità per i reati di bancarotta, sottolinea – inoltre – la Suprema Corte, trova applicazione anche in ipotesi di concordato preventivo, dovendosi ritenere il decreto di ammissione alla procedura minore equiparato alla sentenza dichiarativa di fallimento ed essendo, pertanto, irrilevante l’apertura o meno della procedura fallimentare.