Diritto ed Economia dell'ImpresaISSN 2499-3158
G. Giappichelli Editore

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Il finanziamento alle imprese: il quadro macroeconomico (di Giuseppe Russo, Economista, fondatore di STEP Ricerche srl e direttore del Centro Einaudi, Torino)


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Come si comporta il quadro economico? Il quadro macroeconomico cambia più lentamente di quanto pensiamo; nel breve periodo, è più probabile che cambino le norme del diritto piuttosto che muti il quadro macroeconomico. Il quadro macroeconomico corrente, nel quale possiamo studiare la domanda e l’offerta di finanziamenti correnti alle imprese ha radici non vicine. Si può addirittura affermare che la radice fondamentale del momento economico attuale risale agli anni ’80; in quel periodò iniziò il processo di globalizzazione: le imprese presero a investire globalmente in modo abituale, i capitali furono liberi di spostarsi, le merci iniziarono ad affrancarsi da barriere tariffarie e non. Gli accordi commerciali risolsero progressivamente la fase degli accordi bilaterali tra gli Stati e fecero largo a un approccio di libertà generalizzata del commercio, con in aggiunta la liberalizzazione dei servizi e, tra questi, dei servizi finanziari. Le Borse incominciarono a ospitare azioni di tutte le bandiere e le imprese finirono per non avere più una bandiera così certa. In aggiunta, anche le persone, ossia il capitale umano, furono anch’esse più libere di muoversi, particolarmente all’interno di alcune regioni, come l’Unione europea. La globalizzazione, nonostante gli ostacoli che ogni tanto incontra, produce due effetti: fa aumentare in primo luogo il reddito pro-capite (figura 1) mondiale, calcolato a parità standard del potere di acquisto, il che è coerente con le teorie del commercio internazionale. Figura 1 – Il fenomeno di successo della globalizzazione Fonte: Banca Mondiale. Come si vede dalla figura 1, il benessere è progredito. Siamo partiti da una somma di 8/9 mila dollari, in termini di reddito di un cittadino medio del mondo; abbiamo attraversato una moderata flessione intorno al 2008, ma subito dopo la crescita economica è ripresa. Sul secondo asse della figura, invece, vediamo il tasso di povertà, misurato come percentuale di persone sul pianeta che dispongono di meno di un dollaro e novanta centesimi al giorno per vivere. Prima che la globalizzazione iniziasse c’era il 40% delle persone del mondo che non aveva un dollaro e novanta al giorno; oggi meno del 10% della popolazione è ridotta in questo stato di povertà, quindi diciamo che tre poveri su quattro sono passati dalla povertà estrema a uno stato di minor bisogno. Siccome la povertà era anche geograficamente concentrata, la conseguenza della crescita indotta dalla globalizzazione è stata l’emersione dei paesi meno sviluppati. Nasce e si afferma proprio a partire dal 1980 la categoria dei “paesi emergenti”, che si allarga a comprendere un numero sempre più ampio di economie, inizialmente basate solo in Asia, ma poi progressivamente anche nel resto del mondo e ultimamente in [continua..]

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