Diritto ed Economia dell'ImpresaISSN 2499-3158
G. Giappichelli Editore

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L'internazionalizzazione delle imprese: il caso dell'Ungheria (di Marco Tucci, Dottore commercialista in Torino; Ph.d. en Philosophie (Nice))


Una delle possibili soluzioni che le imprese hanno per migliorare i loro profitti in tempi di crisi è quella della internazionalizzazione. Questa operazione si può realizzare, in svariate forme, ad esempio: con la creazione di nuove iniziative all’estero, la partecipazione a joint-venture, la ricerca comune, la creazione di sinergie tra imprese o altre possibili modalità. Incrementare il volume di affari o innovare, individuando nuovi prodotti o mercati può essere vitale per la crescita delle imprese e un sicuro beneficio per l’economia nel suo insieme. In questo quadro l’Ungheria sembra possedere dal punto di vista geopolitico, infrastrutturale, micro/macroeco­nomico e normativo tutti i requisiti necessari per conseguire gli obiettivi precedentemente indicati. In considerazione di quanto espresso in questo articolo delinea una prima valutazione generale sulle principali caratteristiche economico-normative che si presentano all’imprenditore italiano che intenda operare in Ungheria.

One of the possible solutions that companies have to improve their profits in hard times is the internationalization. This operation can be carried out in different ways, i.e. setting up new initiatives abroad, participating in joint ventures, joint researches, setting up synergies among companies or in different ways. Increasing the turnover or innovating, identifying new products or markets can be vital to business growth and a sure benefit for the economy in its own. In this context, Hungary seems to have, from the geopolitical, infrastructural, micro/macro­economic and regulatory standpoints all the requirements to achieve said goals. In consideration of what has been set out, this article outlines a first general assessment of the main economic-regulatory features to be disclosed to the Italian entrepreneur who’s will is to operate in Hungary.

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SOMMARIO:

1. Scopo dell’articolo - 2. Punti di forza e criticità della localizzazione di imprese in Ungheria - 3. La protezione degli investimenti in Ungheria - 4. Principali aspetti societari della legislazione ungherese – tipologie di società - 5. La Fiscalità in Ungheria - 6. Agevolazioni finanziarie e fiscali agli investimenti (differenti tipologie) - 7. Conclusione - Sitografia e altre fonti d’interesse in materia - NOTE


1. Scopo dell’articolo

“Internazionalizzare” significa operare in modo da indurre una crescita economica sinergica delle imprese situate nei due Paesi. La necessità di operare in questo modo, in un mondo globalizzato come quello attuale, è stata colta appieno, in particolare dalla U.E. che promuove e stimola nei suoi programmi il libero scambio di merci, servizi e capitali tra gli Stati membri, e concede finanziamenti finalizzati a incentivare progetti e nuove iniziative d’investi­mento, come, ad esempio, desumibile dagli obiettivi del Programma “Europa 2020” [1]. Se le imprese sapranno fare un uso corretto di queste opportunità, insieme a tutte le altre disponibili e le utilizzeranno non tanto per delocalizzare, quanto piuttosto per individuare quei fattori di ricerca, crescita e integrazione nel modo più efficace possibile non potranno che emergere adeguati vantaggi, sia per le imprese, sia per le singole economie nazionali. Nella sua realizzazione pratica la problematica dell’internazionalizzazione delle imprese è complessa, ma certamente fruttuosa. Occorre, infatti, superare al di là degli aspetti soggettivi di reciproca comprensione tra operatori economici e delle difficoltà di individuazione delle forme di cooperazione o di ricerca e sviluppo più efficienti, le possibili modalità di realizzazione di prodotti, della loro distribuzione o possibile esportazione o la migliore resa dei servizi, le problematiche connesse agli aspetti di natura fiscale e societaria specifici dei due Paesi, ma anche relative ai flussi finanziari, conseguenti a costi e proventi che transitano da uno Stato all’altro (ad esempio per interessi, dividendi e royalties) oppure che devono fluire verso Stati terzi . La finalità che si propone questo articolo é, perciò, quella di illustrare alcuni aspetti essenziali connessi all’investimento nell’altro Stato ed a tale scopo si è ritenuto opportuno, in via preliminare indicare gli aspetti strategici connessi al Paese Ungheria e le opportunità che ne possono emergere per le imprese italiane. Si è poi cercato di sintetizzare in poche pagine gli aspetti salienti del sistema normativo ungherese, senza la pretesa di essere esaurienti ma allo scopo di permettere di trarre al potenziale operatore economico, che dovrà sviluppare una nuova iniziativa in Ungheria di trarre una prima [continua ..]


2. Punti di forza e criticità della localizzazione di imprese in Ungheria

Di seguito si elencano un certo numero di punti di forza di rilievo per l’investimento in Ungheria. Esiste in questa nazione un’importante rete ferroviaria e autostradale di collegamento con gli altri paesi Europei[2]; tenuto conto della sua posizione geografica si tratta di un vero hub nei confronti degli altri Paesi dell’Europa Centrale, Orientale e del Sud-Est europeo. Sono interessanti i dati “fondamentali” riguardanti lo sviluppo economico e dei consumi degli ultimi anni. Il governo ha posto in essere misure dirette a sviluppare: ricerca e innovazione, ambiente e incremento costante dell’occu­pazione sul breve, ma anche medio e lungo termine, tramite incentivi e nuove iniziative, private o pubbliche e tutto ciò si traduce nell’accrescimento del livello dei consumi interni. Vi è un buon livello medio culturale della popolazione. Esiste un importante numero di attività nei seguenti settori: industriale, commerciale, turistico, chimico, farmaceutico, sanitario e agricolo. Sono possibili procedure rapide e semplificate per la creazione di nuove società. La legislazione del lavoro è flessibile, ma al tempo stesso attenta ad assicurare un discreto livello di welfare al cittadino. Il rischio Paese è valutato dall’O.C.D.E. a livello di rischio medio, infatti su una scala che parte da 0 a 7 (dove 0 rappresenta il rischio minore e 7 quello maggiore) la valutazione è di 4 [3]. La criticità maggiore consiste nell’aspetto linguistico, tuttavia facilmente superabile se si considera il buon livello culturale medio della popolazione ungherese e che nelle scuole si apprende, normalmente, una seconda lingua, inglese, tedesco, francese o russo. In conclusione dal punto di vista geopolitico, economico e culturale emergono certamente più punti di forza che criticità.


3. La protezione degli investimenti in Ungheria

Questa normativa è di particolare rilievo ed è fondata sul Trattato sulla protezione degli investimenti esteri, firmato a Roma il 17 febbraio 1987; ratificato in Italia con legge n. 448 del 30 dicembre 1989 (G.U. n. 20 del 25 gennaio 1990); entrato in vigore dal 23 febbraio 1990 e adottato in Ungheria con legge n. XXIV/1988, aggiornato con successiva legge n. XCIII/2001, che ha lo scopo di proteggere gli investimenti effettuati dagli stranieri in Ungheria in vista di facilitare la cooperazione internazionale e di garantire nel caso di nazionalizzazione-esproprio o misure equivalenti che il diritto di proprietà leso sia risarcito con piena compensazione economica oltre al riconoscimento dei danni. Agli stranieri è attribuita totale libertà d’impresa pari a quella dei cittadini ungheresi e la possibilità di costituire società partecipate, anche al 100%, da persone fisiche o giuridiche straniere. Le uniche limitazioni riguardano gli acquisti relativi ai terreni agricoli e la richiesta di autorizzazione, si badi bene non si tratta di limitazione, all’esercizio di attività specifiche (ad esempio: bancaria, finanziaria, gestione ambientale, metalli preziosi o assicurativa). I disinvestimenti per cessioni d’impresa o di sue parti e la distribuzione degli utili sono liberi e avvengono per via bancaria, dietro semplice presentazione della delibera Assembleare.


4. Principali aspetti societari della legislazione ungherese – tipologie di società

Non vi sono in quest’area differenze particolarmente rilevanti, rispetto alla normativa in vigore in Italia, ciò è evidente tenuto conto che anche questo Stato si è adeguato alle normative emesse dalla U.E. Le società commerciali sono regolate in Ungheria dalla Legge sulle società, mentre le altre società dal Codice Civile. La principale ripartizione delle società è tra quelle con o senza personalità giuridica. Sono prive di personalità giuridica, le: s.n.c. (kkt) – società in nome collettivo. s.a.s. (b.t.) – società in accomandita semplice. Sono, invece dotate di personalità giuridica, le seguenti società: s.r.l. (kft) – società a responsabilità limitata. s.p.a (z.r.t.) – società per azioni a partecipazione ristretta e (n.y.r.t.) – società per azioni a partecipazione pubblica. associazioni o consorzi (egyesülès). cooperative (szövetkezet). In Ungheria gli stranieri possono poi creare Rappresentanze oppure Stabili organizzazioni, oppure ancora G.e.i.e. o società europee (basate su appositi regolamenti della CEE). Nulla osta poi a compiere sulle società quelle operazioni straordinarie che si possono rendere necessarie nel corso della loro evoluzione, quali: trasformazione-fusione-scissione, trasferimenti di sede. 4.1. Aspetti caratteristici della legislazione societaria ungherese Possono essere soci di una società, sia le persone fisiche che le persone giuridiche nazionali o estere e sono ammesse le società unipersonali per le s.r.l. e s.p.a. a certe condizioni. Gli stranieri, inoltre, possono acquisire quote di maggioranza in una società senza necessità di approvazione da parte delle autorità ungheresi. Per costituire una società di persone occorrono almeno due soci. Da rilevare che la dimensione minima del capitale sociale non è prevista per le società prive di personalità giuridica e per i Consorzi, mentre per le restanti società, con personalità giuridica, il minimo previsto varia in relazione al tipo di società considerata. Per le s.r.l. (kft) è di 3.000.000 di fiorini (circa 9.600 euro [4]). Il capitale sociale minimo per le s.p.a. chiuse (zrt) è di 5.000.000 di fiorini (circa 16.026 euro), mentre per le spa pubbliche (n.y.r.t.), e [continua ..]


5. La Fiscalità in Ungheria

Imposte sui redditi delle società In primo luogo si precisa che sono soggetti all’imposizione sui redditi i cittadini ungheresi e le persone giuridiche residenti, stabili organizzazioni, filiali; persone fisiche straniere con permesso di soggiorno o residenti nel paese per più di 183 giorni all’anno. In linea con le norme internazionali (O.C.D.E.) sono altresì soggetti all’imposizione nazionale le società di diritto ungherese e le società che abbiano la direzione della loro attività situata in Ungheria. La tassazione è per le società residenti su base worldwide e per quelle non residenti su base territoriale. Riguardo alla tassazione sul reddito delle società, si osserva che esistono due tipi d’imposizione: quella nazionale sui redditi delle società (Tao), che dal 1 gennaio 2017 ha un’aliquota unica pari al 9% del reddito imponibile, determinato come in Italia, partendo dal reddito di bilancio rettificato delle variazioni in più oppure in meno stabilite dalla normativa fiscale e l’Ipa (Imposta locale sull’attività industriale) che ha una base imponibile data dai ricavi netti della società meno i costi sostenuti per l’acquisto delle materie prime, servizi e altri materiali, costi di ricerca e sviluppo, sia pure con qualche limitazione prevista dalla normativa. Per quest’ultima imposta alla base imponibile, così determinata si applica il tasso deliberato dall’autorità del Comune in cui si svolge l’impresa considerata (l’aliquota e fissata discrezionalmente tra lo zero ed un massimo del 2% a seconda dei Comuni), peraltro questa imposta è deducibile dal reddito imponibile assoggettato alla Tao. In merito alla base imponibile della Tao e alla deducibilità dei componenti negativi di reddito si osserva che: l’ammortamento di impianti, macchinari e dei beni immateriali è determinato con aliquote fiscali non inferiori a quelle applicabile ai fini contabili. Le aliquote previste dalla legge fiscale per l’am­mortamento sono: 14,5% per i macchinari e impianti; 33% per i robot industriali, pannelli solari; 50% per impianti tecnologici computerizzati; 20% per gli automezzi. I terreni non sono di massima ammortizzabili; anche il goodwill non lo é, ma è possibile un ammortamento fiscale allorquando si possa dimostrare che il [continua ..]


6. Agevolazioni finanziarie e fiscali agli investimenti (differenti tipologie)

Esiste un’importante insieme di agevolazioni e incentivi (europee, nazionali e locali), finanziarie e fiscali conseguibili da tutti i tipi d’imprese, siano esse microimprese, piccole o medie imprese o grandi imprese, sotto forma di finanziamenti e contributi a fondo perduto, di prestiti a tassi agevolati ovvero di garanzie per finanziamenti ed ancora di sgravi e crediti fiscali. Essi possono riguardare sia nuove iniziative, sia l’ampliamento di investimenti già in essere, sia il capitale fisso che il capitale circolante. Gli incentivi si applicano all’in­tera nazione ungherese, ma risultano particolarmente favorite le zone meno sviluppate del Paese (Ungheria Settentrionale, Pianura Settentrionale, Pianura Meridionale e Transdanubiana Meridionale). Gli incentivi non conseguibili tramite gli aiuti della U.E. sono attribuiti dal Ministero dello Sviluppo Nazionale, dal Ministero dell’Economia Nazionale e nel caso di incentivi per la formazione dal Ministero delle Risorse Umane. Gli obiettivi perseguiti dal governo ungherese sono principalmente: il maggiore sviluppo economico nazionale, il favorire l’attività e la competitività delle P.M.I., l’incremento della occupazione, l’incremento dell’at­tività di ricerca e sviluppo, il favorire la crescita economica delle aree meno favorite del Paese e il promuovere politiche di sostenibilità ambientale. Passando ad un esame più dettagliato delle misure in essere si osserva, in particolare, che sono concessi crediti fiscali per investimenti di rilevante dimensione, oppure per investimenti che rientrino nel programma di sviluppo governativo, oppure per la creazione di nuovi posti di lavoro. Crediti fiscali sono concessi inoltre nel caso di investimenti per: protezione dell’ambiente, produzione di film, ricerca e sviluppo, sport o per la sponsorizzazione di artisti. I crediti fiscali non possono, comunque, superare il 70-80% dell’imposta dovuta, e riguardano un periodo massimo di 10 anni. Particolari agevolazioni fiscali riguardano le zone meno sviluppate dell’Ungheria. Godono di tax credit, le seguenti tipologie d’investimenti: con un valore attuale superiore a 3 milioni di fiorini; di almeno 1 milione di fiorini in zone considerate prioritarie; idonei a creare nuovi posti di lavoro; per la sponsorizzazione della produzione di film, di opere d’arte, di sports e altro; per la [continua ..]


7. Conclusione

La rapida disamina precedentemente effettuata sull’Ungheria permette di trarre elementi per un giudizio positivo riguardo la capacità di questo Paese di attrarre investimenti e garantire la creazione e sviluppo di imprese estere o in joint ventures con imprenditori locali e ciò per motivazioni di natura geopolitica, di sviluppo economico oppure relative alla normativa in essere. La disponibilità di infrastrutture (autostrade e ferrovie) e servizi, il buon livello medio culturale della popolazione e soprattutto i programmi governativi di incentivazione e sviluppo ne fanno un centro ideale anche per le attività destinate a sviluppare ricerca e innovazione, sviluppo economico e/o istituire oppure incrementare le relazioni commerciali, secondo i tre assi europei: centro, nord-est e sud est. La praticità e flessibilità degli adempimenti fiscali e societari, la rapidità nella costituzione di nuove società commerciali e il basso livello di tassazione del reddito delle società rendono l’ambiente particolarmente favorevole allo sviluppo delle imprese. Sarebbero perciò favorite le imprese italiane che intendono incre­mentare il fatturato, operando nei mercati dell’est europeo (Ucraina, Russia, Ro­mania, Bulgaria, Albania) oppure cercare partners per la ricerca e l’inno­vazione. Esse troveranno in Ungheria un ambiente ed un accompagnamento finanziario e fiscale sicuramente favorevoli, garantito anche dalla presenza locale delle più importanti banche e assicurazioni italiane e degli altri Paesi, dall’ac­compa­gna­mento degli enti istituzionali, nonché dalla diffusione di servizi alle imprese e ai privati. Sviluppare la propria attività e conseguire maggiori ricavi e profitti o re­alizzare sinergie con nuovi partner costituisce un valido mezzo per far ripartire il circolo virtuoso di una sana economia aziendale. Per ultimo sottolineo come nel corso di colloqui da me avuti con dirigenti di aziende italiane dotate di società controllate, prevalentemente commerciali, situate in Ungheria questi si sia­no espressi in termini positivi riguardo alla loro esperienza operativa e gestionale e ambientale relativa alle consociate ungheresi, confermando in questo modo la buona valutazione che era già possibile desumere dalla lettura della normativa in vigore, dalla valutazione del rischio Paese e da tutti i recenti [continua ..]


Sitografia e altre fonti d’interesse in materia

Farnesina – www.infomercatiesteri.it Camera di commercio e industria di Budapest – www.bkik-it.hu Camera di commercio italiana per l’Ungheria – www.assocamerestero.it Amministrazione fiscale ungherese – http://en.nav.gov.hu/taxation HIPA – Hungarian Investiment Promotion Agency) – https://hipa.hu/main Ice – Agenzia per la promozione all’estero e internazionalizzazione delle imprese italiane – www.ice.gov.it Simest – Società del Gruppo Cassa Depositi e Prestit – www.simest.it


NOTE