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La Corte di Cassazione, attraverso la sentenza 20050 del 23 Maggio 2022, è tornata ad esprimersi in merito ai profili di responsabilità nel caso di omessa dichiarazione dei redditi da parte di una società. Il caso riguardava un sistema criminoso dove erano state create alcune società “cartiere” al solo scopo di emettere fatture per operazioni inesistenti ad altri soggetti. Chiaramente, dette società, successivamente non avevano presentato le dichiarazioni obbligatorie Iva e redditi. La Suprema Corte, nel ricordare la responsabilità dell’amministratore in caso di omessa dichiarazione, ha avuto modo di ricordare che “l’amministratore di diritto risponde del reato tributario punito a titolo di dolo specifico quale diretto destinatario degli obblighi di legge, anche se questi sia mero prestanome di altri soggetti che abbiano agito quali amministratori di fatto, atteso che la semplice accettazione della carica attribuisce allo stesso doveri di vigilanza e controllo, il cui mancato rispetto comporta responsabilità penale o a titolo di dolo generico, per la consapevolezza che dalla condotta omissiva possano scaturire gli eventi tipici del reato, o a titolo di dolo eventuale per la semplice accettazione del rischio che questi si verifichino (Sez. F, n. 42897 del 9.8.2018, Rv. 273939; Sez. 3, n. 7770 del 5.12.2013, dep. 2014, Rv. 258850; cfr., altresì, Sez. 5, n. 50348 del 22.10.2014, S., Rv. 263225)”