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La violazione del principio della preventiva escussione può essere opposta dal socio sin dalla notifica della cartella di pagamento. In base alla sentenza della Corte di Cassazione a sezioni unite numero 287709 del 16 Dicembre 2020 il socio può impugnare la cartella contestando la violazione del principio della preventiva escussione del patrimonio sociale. Nel caso di società semplice spetterà al socio provare che il creditore può soddisfarsi in tutto o in parte sul patrimonio sociale e, in caso contrario, il ricorso deve essere rigettato: in caso di SNC o di SAS, l’amministrazione creditrice deve provare l’incapienza, totale o parziale, del patrimonio sociale e, in caso contrario, il ricorso deve essere accolto. In caso di nessuna prova si applica la regola dell’art. 2697 c.c., con la conseguenza che il ricorso sarà accolto o respinto a seconda che l’onere della prova gravi sul creditore o sul coobbligato sussidiario. La Corte di Cassazione con sentenza numero 25750 del 1 Settembre 2022 è tornata sull’argomento citando la sentenza sopra menzionata “Sul punto si sono espresse, infine, le Sezioni Unite che hanno recepito quest’ultimo orientamento, osservando che «In tema di riscossione ed esecuzione a mezzo ruolo di tributi il cui presupposto impositivo sia stato realizzato dalla società e la cui debenza risulti da un avviso di accertamento notificato alla società e da questa non impugnato, il socio può impugnare la cartella notificatagli eccependo (tra l’altro) la violazione del beneficio di preventiva escussione del patrimonio sociale. … Se nessuna prova si riesce a dare, l’applicazione della regola suppletiva posta dall’art. 2697 c.c. comporterà che il ricorso sarà accolto o respinto, a seconda che l’onere della prova gravi sul creditore, oppure sul coobbligato sussidiario». (Cass. sez. un. n. 28709 del 16.12.2020).”